Le mareggiate di Capo Mele nell’arte di Lovisone
Dopo venti anni di vita sul mare anche il tuo sguardo si perde nell’orizzonte. E, come le maree, si apre e si richiude in un gioco di approfondimenti. Di intrusioni nell’Io e poi di nuovo all’esterno, fra le persone e le cose, a cercare quella magia straordinaria che genera l’esistenza. Livio Lovisone, architetto bagnino artista, ha trasformato la forza della natura in arte, restituendo a noi tutta la bellezza delle cose abbandonate, estirpate dal vento e dalla vita. Raccogliendo i legni, uno per uno sulla spiaggia dopo le mareggiate, Lovisone ha creato delle sculture spettacolari, realizzate a mano e lavorate con una composizione di resine e di sale. Ogni pezzo riporta il luogo e la data della raccolta.
“Il mio percorso artistico ha subìto una forte influenza da parte del mare e degli agenti atmosferici – ci racconta Lovisone – dal 1994 mi sono trasferito da Torino a Capo Mele per gestire uno stabilimento balneare. Le mareggiate esercitano su di me un fortissimo fascino, coinvolgono le nostre emozioni e lasciano sale marino ovunque: nell’aria che attacca alla gola, sui legni che depositano sulle spiagge. Proprio da questo spettacolo nasce il mio percorso di riutilizzo di questo materiale stupendo e unico”.
Ed è proprio nel golfo di Alassio, presso L’Oasi di Capo Mele, il giardino sul mare di Laigueglia, che Lovisone crea le sue opere che hanno il sapore dell’alchimia, “la filosofia alchemica si basa su tre elementi principali quali lo Zolfo, il Mercurio e il Sale – continua Lovisone – elementi che rappresentano tutto il conoscibile per l’uomo. Lo Zolfo è facilmente riconducibile al sole, al maschile e alla luce, il Mercurio al mare in quanto brodo iniziatico, al nero e al femminile. Il sale è il risultato che rimane sulla pelle, la nostra esperienza di vita”.
Le opere di Livio Lovisone si possono vedere presso il suo nuovo ristorante Stracqui, in corso Badarò 7 a Laigueglia, che in dialetto ligure significa quello” che portano le mareggiate.