• PATRIZIA FINUCCI GALLO

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Quando entra in una stanza te ne accorgi subito, immaginatevi su un palco. Ha una presenza scenica pazzesca l’artista serba Marina Abramović, nata a Belgrado nel 1946, pioniera e una delle donne più talentuose dell’arte contemporanea. Piace alla moda, Vogue le ha dedicato tanti servizi l’ultimo dei quali lo trovate in edicola in questi giorni, piace ai millennials che la considerano un’opera d’arte vivente, piace al pubblico per le sue performance estreme.

“Se mi dici di no è soltanto l’inizio”: così Marina Abramović sul palco del Teatro Sociale “G. Busca” di Alba davanti a un pubblico numerosissimo, silenzioso, in attesa che raccontasse qualcosa di sé. E in effetti questo ha fatto, nonostante la febbre alta, ripercorrendo gli anni della sua carriera, quelli più spettacolari e in assoluto i più aggressivi.  Come in “Rhythm 0” del 1973 dove il pubblico per sei ore interagiva con lei utilizzando i 72 oggetti a disposizione, compresa una pistola carica. Ciascuna  persona poteva fare qualsiasi cosa con il suo corpo, scriverci sopra, picchiarlo, ferirlo, persino ucciderla.

Marina Abramović l'opera esposta ad Alba

STILE MARINA ABRAMOVIĆ

Ma questa volta è diverso. Oggi, ha spiegato con voce calma, non è più tempo di ferite ma di energie. Correnti positive e amore che viene dagli altri e agli altri va restituito. Ospite della famiglia Ceretto, nota per l’eccellenza dei suoi vini e per l’impegno nella promozione dell’arte contemporanea, Marina Abramović ha fatto una performance del sentimento, a seguito dell’inaugurazione di una video-installazione “Holding the Milk” esposta al coro della Maddalena fino al 12 novembre. I video sono girati nella cucina dell’ex convento La Laboral a Gijón, un monastero certosino ormai abbandonato dove un tempo le monache accudivano bambini orfani; l’opera rimanda alla vita della mistica Santa Teresa d’Avila, intrecciandosi coi ricordi dell’infanzia dell’artista.
Come spiega la stessa Marina Abramovic: “La cucina di mia nonna è stato il fulcro del mio mondo: tutte le storie venivano raccontate in cucina, ogni consiglio sulla mia vita veniva dato in cucina, il futuro, contenuto nelle tazze di caffè nero, veniva letto e annunciato solo in cucina; quindi è stata davvero il centro del mio universo, e tutti i miei ricordi più belli nascono lì. L’ispirazione di questi lavori nasce dalla combinazione tra la rievocazione della cucina della mia infanzia, la storia di Santa Teresa d’Avila, e questa straordinaria cucina abbandonata piena di bambini, tutto insieme e nello stesso momento.”

Marina Abramović

Marina Abramović copia il suo look

E se i consigli di Marina Abramović, che ruotano intorno al futuro e al bisogno di superare limiti e insicurezze, vi sembrano un punto da cui ripartire provate a esaminare anche il look che la contraddistingue. Perché le due cose vanno di pari passo: l’arte e il look dell’artista.

Dunque se vi piace lo stile di Marina, prendete in considerazione che le varianti di colore non sono molte. Rosso, nero, bianco e qualche rara volta il blu. Regna uno stile minimalista, con eccessi e stravaganze non certo lasciate al caso, come estrosi cappelli o grandi pietre sui polsini. Potrebbe ravvisarsi qualche incrocio dandy style, ma nell’insieme ciò che risalta è sempre e solo la sua personalità. Bello comunque giocare con gli accessori e i colori del fuoco, poco trucco, camicia bianca o colletto a vista. Gli abiti lunghi sono perfetti, il nero e un taglio monacale fanno sicuramente artista. Almeno in apparenza

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