Scrivere, la scrittura femminile, l’importanza delle emozioni, la bellezza di potersi raccontare: se ne è parlato ieri al salotto di Patrizia Finucci Gallo con due ospiti davvero eccezionali. Marina Di Guardo e Eliselle sono state intervistate da Patrizia in un intrigante excursus sul sentire, il narrare e la costruzione delle storie. Davanti a un folto pubblico, le due autrici, ambassador della campagna #ichoosewomenwriters indetta da pfgstyle per valorizzare i libri delle donne, hanno raccontato dei loro inizi e di come la scrittura si sia trasformata per loro in una professione.
“Prima scrivevo solo la sera, quasi timidamente – racconta Marina al suo terzo romanzo, in uscita a gennaio – poi, spinta dalle mie tre figlie, ho preso coraggio, ho acquisito fiducia in me stessa: era poco più di un sogno, oggi mi alzo la mattina e dedico cinque ore alla scrittura, con metodo e precisione. Lavoro a casa, non ho pensato ad un ufficio esterno”.
Il passaggio dal considerare la scrittura un hobby al trasformarla in un’attività professionale è la chiave di volta per l’evoluzione contemporanea di quella “stanza tutta per sé” auspicata da Virginia Woolf nel suo saggio del 1929. Ma la libertà interiore che si prova in quella stanza spesso non coincide con una certa idea di libertà che abbiamo quando il romanzo finalmente viene pubblicato. Il mercato editoriale ingabbia di nuovo e ragiona su differenze di genere: “Lo si vede dalle copertine – racconta Eliselle, autrice di svariati libri, ultimo “Il romanzo di Matilda” per Meridiano Zero firmato col suo vero nome Elisa Guidelli, ma anche libraia alla Feltrinelli di Modena -. I libri scritti da donne hanno titoli e immagini forvianti, ci sono sempre ragazze che ammiccano o con l’aria sognante. Sembrano tutti di genere rosa e invece trattano magari temi importanti come l’Olocausto. Non capisco perché, considerando che in questo modo ci tagliano una fetta di mercato, quella maschile. Gli uomini non comprano libri dalle copertine stile love story”.
Scrivere al femminile al salotto di Patrizia Finucci Gallo
Non esistono differenze di genere, sostengono alcuni, non credo nella diversità tra scrittura maschile e scrittura femminile. Avranno anche ragione, ma nei fatti le differenze esistono eccome. Certo, se non altro, nel modo in cui l’accademia le considera. Marina ha sciorinato alcuni dati interessanti che hanno fatto riflettere: “Il Prix Goncourt dal 2004 è stato assegnato solo a due donne contro nove uomini, il Premio Strega, nelle sue quasi settanta edizioni, è stato vinto da appena dieci donne”. Se a questo aggiungiamo che nelle antologie scolastiche il trattamento riservato alle scrittrici è imbarazzante – per esempio nel volume Dal testo alla storia, dalla storia al testo vi sono 56 autori e tre donne, Liala, Elsa Morante e Grazia Deledda – ragionare su qualche difformità mi sembra inevitabile.
Così, ha ricordato Laura Paniccià che cura la comunicazione, la campagna #ichoosewomenwriters può, con il vostro supporto, rendere giustizia. Suggerite le vostre autrici preferite e condividetele con l’hastag di riferimento #ichoosewomenwriters sulle nostre pagine Facebook @pfgstyle Twitter @pfgstyle Instagram @pfgstyle
Photos by Alice Rainone
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Vi lasciamo dunque alle foto del salotto ringraziando il Grand Hotel Majestic di Bologna per la preziosa partnership. QUI se volete conoscere tutte le attività culturali del Majestic aperte al pubblico. A partire dalla prossima mostra in programma: Picasso, Matisse, Chagall e Léger: otto opere in ceramica provenienti dal Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza, in esposizione dal 12 al 20 novembre nell’unico 5 stelle lusso dell’Emilia-Romagna.
