Eccoci qua con la nuova rubrica di pfgstyle “Raccontami la moda”, un concorso letterario, una sorta di piccolo WriteWear on line.
Ogni primo lunedì del mese parleremo di scrittura, di emozioni, suggestioni… insomma tutto ciò che lega un prodotto al nostro immaginario.
E ogni volta ci sarà un premio alla migliore narrazione.
Perché è importante scrivere, pensare, conoscere. Predisponendoci alle cose con una vista interiore.
Che qui sta la differenza tra una recensione completa ed un semplice outfit.
Ora: osservate bene l’abito premio. Cercate di immaginare una storia. Proprio partendo da un vestito nero, trovato a Praga una sera verso le 10 …. Come inizierebbe il vostro romanzo? Create un incipit di due righe (ogni riga sono 60 battute, compresi gli spazi bianchi).
L’incipit è l’inizio di un racconto, di un romanzo. Ma anche di una recensione. Scrivetelo sotto questo post, lasciando i vostri recapiti mail.
Questa volta sceglierò io stessa quello che più mi piace, motivandone la ragione. Altre volte radunerò una piccola giuria.
Siete pronte a partire e condividere questa nuova avventura?
La partecipazione è gratuita. Ma completate prima questi passaggi per fare di pfgstyle una “stanza tutta per sé”, come scriveva Virginia Woolf.
Il concorso scadrà il 31 maggio. La premiazione lunedì 4 giugno.
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4. Lasciate l’incipit sotto questo post, mi raccomando indicate la vostra email affinché possa contattarvi se avete vinto
5. Copiate ed incollare il link a questo post sul vostro sito
The rules are easy
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Partecipo!!
email: gra-chi@hotmail.it
Fb: Gragri Chiacchio
ricordati di scrivere due righe!!
"Era una giornata fredda ed arida. Fuori piove. Il ticchettio delle gocce mi rilassava. Ero felice. Pensai. Voglio uscire, è una bellissima giornata. Sono pazza? Quella fresca pioggia di primavera mi faceva sentire bene..mi sentimo libera. Aprii l'armadio. Un vestito nero pensai, il più bello che c'è...lo indossai. Scesi. Apro l'ombrello e quella volta fu la passeggiata più bella della mia vita.
e-mail i-love-dreams@hotmail.it
gfc meryface Mery montalbano
ho seguito tutti i passaggi!!
Ciao Mery aspetto due righe di tue emozioni :)
Ciao! Partecipo volentieri!!! :)
"Era una calda sera di Primavera e mi aggiravo per le strade di Praga dopo cena insieme al mio fidanzato che non desiderava altro che andare a letto, quando improvvisamente il mio occhio venne attirato da un abito che faceva bella mostra di se in una piccola vetrina illuminata. In quel momento decisi: domani quell'abito sarebbe diventato mio!"
Spero ti piaccia il mio incipit!!!! Ciao!! <3
Livia
livi1991@hotmail.it
Desideravo fortemente sentire le sue mani cingermi la vita. Quella stretta rientranza di pochi centimetri che anche mia madre adorava. Nonostante siano passati anni è rimasta uguale a quando ero bambina. Forse per questo resta ciò che più amo del mio corpo. Eppure sentire lui che mi stringe a se con la tenerezza di un ragazzo e la forza di un uomo mi manda in estasi. Questa sera indosserò l'abito del nostro primo incontro a Praga, nero come il mio animo prima di sapere cosa fosse l'amore. Prima di conoscerlo. Quando un abito con una gonna a ruota per me era il massimo dell'eleganza e la vita vera non sapevo ancora cosa fosse...
Baci,
Ylenia
http://tayl-yleniaruta.blogspot.com/
https://twitter.com/#!/TAYLyleniaruta
yleniaruta@libero.it
Praga, 15 settembre 2011
Il concierge guardò con stupore Ottavia. La pelle diafana le dava un aspetto onirico, quasi fiabesco. Con un gesto automatico l’uomo restituì i documenti alla giovane che si diresse verso l’ascensore. Tra i fogli spuntava la chiave magnetica della sua stanza. Aveva lo stesso colore della carta da parati, un verde smeraldo screziato di blu.
Ottavia sorrise: lo trovava eccessivo, ma infondo era un “cinque stelle” proprio al centro di Praga. La camera era l’ultima del lungo e silenzioso corridoio che terminava con una grande vetrata da cui trasparivano le luci della città. Sembravano migliaia di stelle, ma la notte era talmente buia che nemmeno le potenti luci artificiali riuscivano a schiarirla.
Strisciò la carta. Un lieve sibilo e la porta si aprì.
Il letto aveva il baldacchino, anch’esso verde.
Ottavia si guardò attorno con occhi stanchi. Erano le 10 ormai ed era partita da Bologna alle 9,00 del mattino. Aveva preso parte ad una noiosissima conferenza sul linguaggio primordiale degli indigeni dell’Amazzonia. Era ricercatrice all’Università di Bologna e studiava le influenze di tali civiltà sulle antiche culture finniche.
Alla conferenza era seguito il solito convivio, a cui avevano partecipato non solo i relatori, ma anche le famiglie.
Il risultato era stato un soporifero banchetto, in cui i professori parlavano dei consueti argomenti politici e sociali e le mogli di moda e chirurgia plastica.
Ottavia lanciò le scarpe al centro della stanza e si stese sul letto.
Il baldacchino incombeva su di lei come una grande costruzione scricchiolante. Ad ogni suo movimento emetteva un suono pericoloso, quasi minaccioso. “Adesso mi spezzo”, sembrava dire.
La ragazza si alzò, rassegnata a chiedere un’altra camera.
Non poteva addormentarsi in una stanza in cui il letto aveva una volontà propria.
Cercò il telefono. Buttato sulla poltrona a accanto al comodino vide un abito. Era nero, senza maniche e con il corpetto di pizzo. L’ampia gonna era lavorata a balze verticali e aveva l’aspetto del tulle pur avendo una stoffa ben più coprente.
Il primo pensiero di Ottavia fu quello che le avessero dato la stanza di un’altra ospite per cui scattò in piedi come se avesse ricevuto una frustata.
Poi fu colta dalla curiosità. Si avvicinò alla poltrona, dicendosi che voleva solo dare una sbirciatina.
Tuttavia vide le sue mani bianchissime accarezzare le balze del vestito, raccoglierlo dalla poltrona per poi indossarlo.
Tutto le pareva irreale, un po’ ovattato, come se stesse succedendo in un tempo e in un luogo diverso.
Il bordo della gonna le sfiorava il ginocchio, mentre con lentezza si spostava davanti allo specchio.
Raccolse i lunghi capelli biondi, fermandoli con uno spillone sulla nuca.
Rimase immobile per qualche minuto, poi qualcuno bussò alla porta.
Ottavia abbassò adagio la maniglia e aprì senza chiedere chi fosse.
Segue...
milena.preti@gmail.com
Non è troppo lungo per essere un INCIPIT?
che bello!mi invii il seguito per email???sono curiosa :D
L'appuntamento era per le 23.
La valigia, definitivamente, persa.
Indosso solo un giubbotto e dei pantaloni, entrambi, ovviamente, strappati.
In borsa le mie fedeli Prada nere. Cosa mettermi?
Passeggio. Mi affaccio dal ponte Carlo. Adoro la vista da qui.
Qualche luce fioca e il castello sullo sfondo, ma qualcos'altro attira la mia attenzione.... un abitino nero occhieggia dalla bancarella del mercato a festa....
[Segue]
Sorry è un pò più lungo di quello che avevi chiesto. Baci
Giovanna De Gennaro
mg_dg@libero.it
http://mixingaglamourlife.blogspot.it/
"E perché no?" - si disse dopo aver letto il biglietto infilato nel nastro rosso che chiudeva il pacco. Aprì la scatola e non riuscì a trattenere un sorriso spiegando l'abito d seta nera che profumava e frusciava sotto la carezza delle dita.
Lo indossò sulla pelle nuda e si mise un filo di trucco, poi per non dare troppa importanza alla serata decise per un'inglesina con i calzini alla caviglia.
Rilesse il biglietto e lo lasciò cadere sulla velina, afferrò una stola, la pochette e si chiuse la porta dietro le spalle.
"ORE 11 SOTTO LA TORRE DELL'OROLOGIO. VUOI GIOCARE?"
Ciao Patrizia, ecco il mio incipit che non sono riuscita a comprimere nelle battute richieste: perdono. Hai avuto un'idea, molto, molto stimolante.
saluti
Manuela
manubrb@gmail.com
Il tempo era inclemente in quella tarda primavera, la pioggia non cessava di cadere, monotona e noiosa e le vetrine del centro coi loro abiti estivi non attiravano l'attenzione di nessuno.
Nemmeno lei chiusa nel suo trench faceva eccezione e nemmeno l'abito di pizzo nero sul manichino della boutique che da tempo desiderava acquistare riuscì quella sera a fermare il suo sguardo: erano le 22 circa e Praga non le era mai sembrata così triste e inutile.
carmen mcc3@libero.it
Con la mano sottile aveva fatto tempesta delle briciole di croissant, come bastimenti che trasportano preziosi carichi solcando le pieghe dell’oceano notturno della sua gonna.
silviaseracini@yahoo.it
Indossò l’abito nero che aveva trovato a Praga, in testa un lungo velo bianco, era sola nella stanza, chiuse gli occhi e tornò a quel primo abbraccio sul ponte, con le mani di lui che sfioravano timide le trame del pizzo. Lui ora era là fuori, lei sorrise, la magia di quel momento stava per travolgere ancora le loro vite.
silviacerpolini@gmail.com
L’abito era Nero come il mio umore e svasato come la rabbia che mi stava per esplodere. Chi aveva osato finire la confezione di gianduiotti sulla mia scrivania?
anna bosco
anna_wood64@hotmail.com
L’orologio astronomico che sovrasta la piazza della città vecchia aveva appena scoccato le 10.00 quando mi diressi verso il Ponte Carlo in cerca di un localino dove trascorrere la serata.
Mentre, sovrappensiero, attraversavo il ponte, il mio sguardo si posò su un meraviglioso abitino nero che giaceva incustodito sul ciglio della strada. Mi avvicinai incuriosita. Era proprio della mia taglia! Lo raccolsi in cerca di maggiori dettagli e , con grande stupore, un bigliettino indirizzato proprio a me cadde ai miei piedi. “Ti stavo aspettando. Indossalo e raggiungimi al castello Medievale! D.”
“D? Chi sarà mai? -Pensai tra me e me “non mi resta che scoprirlo”.
Ecco il mio incipit :)
annapernice81@libero.it
Una sera, nel cielo di Praga, volteggiarono ali nere. Lungo il fiume le tinte vivaci delle facciate che giocavano riflessi flessuosi, placidi come le piccole onde dell'acqua, s'intorbidarono, divenendo opache. Un tulle impalpabile, ampio e nero aleggiava velando il porpora del tramonto. Un tremito aggrediva le membra. Appena un piccolo brivido.Intirizziva la pelle quel velo, oscurava pian piano i colori rassicuranti del tramonto.
Marika passeggiava, bellissima.La gente invece affrettava il passo, svicolando in fretta per allontanarsi il più possibile dal pericolo incipiente.
Il biondo spiga dei capelli, sull'abito nero al ginocchio contrastava con il rosso delle labbra, e lo sguardo scuro si indovinava appena, Le ciglia ombreggiate e il bistro sulle palpebre lasciavano una sorta di buco nero
- Ma cosa ti pare?-
- Corriamo non capisco cosa accade.- si incrociavano le parole che sfuggivano disordinate. Si incrociavano domande: - scusi ma sa cosa accade?-
-No, no- di fretta e tutti via a correre verso le piazze alte.
Marika si accovacciò contro i muretti delle sponde. Scivolò lentamente come nessuno potesse. Divenne un grumo nero, un sacco, un pacco, un niente. Sembrava un grosso gatto accovacciato.
- Signorina!-
-Venga via di lì. Sembra si prepari la fine del mondo. Si alzi, venga!-
Sembrava un ordine e lo era di certo. Il tono, la presa che non le lasciava il braccio.
Aveva intanto preso a piovere, come sembrava dovesse accadere. Grossi goccioloni neri, scuri di cenere, una tonnellata di colpo venne giù. Viola. Si viola, che restava vischiosa e inzaccherare i capelli e gli abiti.
La tirarono via e prese a correre anche lei. L'abito le si slacciò, ma non lasciò la presa dello sconosciuto. Corse e corse. fino ad un piccolo uscio incassato sotto ai marciapiedi. Scesero i brevi gradini per accedervi e serrarono la porta.
Erano in uno dei tanti bistrot del centro. Ove musica e buona birra la sera rendevano la serata piacevole.
- E' diventata tutta viola - le dissero. E guardandosi a vicenda si scoprirono tutti inzaccherati da una strana sostanza piovuta dal cielo.
Clotilde cl.ali@tiscali.it
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C’è’ un vestito nero accartocciato su quel corpo di femmina. Cammina lento alle dieci di sera sul Karluv Most. Non chiedete a lei cosa è successo, non vi direbbe niente. Guardate invece bene quel vestito: si vede dalle pieghe che è fuggita. Saranno ore che non smette di correre.
mfventuro@yahoo.it
La pesante lancetta vibrò, poi si fermò sul XX dorato. Come allo scoccare di ogni ora, la morte, la lussuria e la vanità diedero inizio allo spettacolo sul palcoscenico della facciata gotica. Al termine del solenne concerto di musica classica nella chiesa di S.Nicola, Luca cercò di farsi spazio tra la folla per raggiungerla, ma la ragazza che suonava il violino andò via frettolosamente, dissolvendosi tra i pilastri di marmo bianco e rosa. In quella città straniera e magica, Luca ci era andato apposta per ritrovare Margot e riportarla a casa con sè. Con passi veloci L'uomo attraversava la città vecchia in quella serata. L'aria era fredda e rarefatta sopra la Moldava che scorreva: sul ponte Carlo gli artisti di strada si animavano con le loro perfomances come le figure del grande orologio astronomico. Ad un tratto per terrà Luca trovò un abito nero dalla foggia retrò, con la gonna a corolla ed il bustino in pizzo ed un orecchino chandelier con cristalli di Boemia. "Questi sono di Margot!" disse, stringendo a sè gli oggetti. Un messaggio in codice della sua amata o qualcosa di inquietante era appena successo in quella strana notte di Autunno praghese?
Paola Pegolo
paolapegolo@hotmail.com
:-) Ciao Patrizia!
ERRATA CORRIGE! ;-)
La pesante lancetta vibrò, poi si fermò sul XX dorato. Come allo scoccare di ogni ora, la morte, la lussuria e la vanità diedero inizio allo spettacolo sul palcoscenico della facciata gotica. Al termine del solenne concerto di musica classica nella chiesa di S.Nicola, Luca cercò di farsi spazio tra la folla per raggiungerla, ma la ragazza che suonava il violino andò via frettolosamente, dissolvendosi tra i pilastri di marmo bianco e rosa. In quella città straniera e magica, Luca ci era andato apposta per ritrovare Margot e riportarla a casa con sè. Con passi veloci L'uomo attraversò la Città Vecchia, l'aria era fredda e rarefatta sopra la Moldava che scorreva placida e luccicante. Sul ponte Carlo gli artisti di strada si animavano con le loro perfomances, come le figure del grande orologio astronomico. Ad un tratto per terrà Luca trovò un abito nero dalla foggia retrò, con la gonna a corolla ed il bustino in pizzo ed un orecchino chandelier con cristalli di Boemia. "Questi sono di Margot!" disse, stringendo a sè gli oggetti. Un messaggio in codice della sua amata oppure qualcosa di inquietante era appena successo, in quella strana notte di Autunno praghese?
Paola Pegolo
paolapegolo@hotmail.com
:-) Ciao Patrizia!
La sera dell’ultimo giorno di quel weekend a Praga le fu tutto chiaro. Indossò quel suo nuovo abito e lasciò l’hotel senza preoccuparsi del bagaglio. Non doveva preoccuparsi più di niente, a dir la verità.
claudiocanova9@yahoo.it
Erano molte ore ormai che vagava sola sotto la pioggia di Praga, non aveva più nessun motivo per tornare a casa, vagare senza meta le sembrava la cosa migliore che potesse fare in quel momento. I negozi erano chiusi già da un po', quando la sua attenzione fu attirata da una strana luce in fondo alla strada. Un negozio vintage, stranamente ancora aperto a quell'ora...
Iniziava a piovere, così decise di entrare a curiosare. All'interno del negozio, anche la proprietaria sembrava uscita da un'altra epoca. Tra i molti vestiti colorati e scintillanti, si ritrovò tra le mani un abito di semplice seta nera, sul quale era ancora possibile percepire il profumo della persona che aveva posseduto in passato l'abito...
Chiuse gli occhi, ma quando li riaprì la proprietaria del negozio era sparita...ed anche il negozio lo era...
backstreetfan88@hotmail.it
Una lama di sole attraversava le imposte semichiuse nell’appartamento al terzo piano della Via Melantrichova e fendeva quella stanza disadorna e polverosa. Bianche lenzuola coprivano divani e arredi, ma una macchia nera dai contorni irregolari sul copriletto di pizzo macramè le procurò un sussulto. Doveva essere lui: il vestito nero indossato per il suo ultimo concerto…
Barbara Goria (bargor@libero.it)
"Perditi a Praga la magica!" Zigzagando tra le pozzanghere in cerca d’un punto di riferimento che l’aiutasse ad orientarsi, una Cecilia smarrita e intrisa d’acqua rimproverava se stessa per aver preso alla lettera l’esortazione del proprio depliant di viaggio. Un viaggio che, fino a quel momento, di magico aveva ben poco, giacché in una sola serata era stata capace di farsi rubare la borsa e di seguire indicazioni che l’avevano condotta chissà dove. I suoi occhi erano a un passo dal pianto quando, verso le 22.00, si ritrovò alla fermata d’un autobusy dall’aria familiare. Ad attenderla sotto la pensilina, solo e abbandonato su un sedile, v’era un dono inaspettato: un abitino nero scampanato, con il corpetto deliziosamente traforato e, per di più, ancora munito d’etichetta. Firmato "Bonsui", la taglia sembrava la sua. Che Praga fosse davvero una città incantata?
(Ardenlyn@excite.it)
Giaceva sul quel letto e fissava la sua immagine allo specchio.
Elegantemente nascondeva il pizzo del suo intimo mantenendo la gonna a palloncino con la mano sinistra che con leggerezza lasciava cadere tra le gambe e il tessuto di quel vestito nero che avevano trovato assieme nel baule di ciliegio di quell’avo di cui non ricordavano il nome.
Lui, lei, il calore di quella mansarda. E fuori Praga si preparava a festeggiare il nuovo anno.
Seduto sulla poltrona di velluto rosso, fu colto dal ricordo di quella serata.
Con il calice di vino rosso tra le dita si alzò di soprassalto dal tappeto persiano e andò verso il baule: lo aprì e i suoi occhi brillarono come se dentro quel rudere mal messo fosse custodito un raggio di sole.
Tante scartoffie, una cravatta in seta ormai troppo vintage e un abito nero intriso di naftalina.
Non esitò ad indossarlo: era sinuosa e travolgente.
La osserva sul quel letto ancora sfatto. I suoi occhi grandi sono nascosti sotto il trucco sciolto che lento scivola e segna il contorno del suo viso magro e informe: inchiostro su carta che traccia in silenzio parole mute.
Primula Enna
MAIL: primulae@hotmail.it
laragazzacolnomediunfiore.blogspot.it
Non avevo mai visto quelle strade, non avevo mai udito tutte quelle voci che al tramonto riempivano la città. Camminavo nel mio abito nero;unico, sofisticato. L'avevo scelto per la sera, mi sentivo bella, mi sentivo libera. Improvvisamente, davanti a me eccola, vestita delle sue luci e dei suoi colori mentre si specchia nel fiume, Praga.
Baci
Elena
ele.parri@virgilio.it
https://twitter.com/ElenaParri
Ciao Patrizia, quando ci comunicherai il nome del vincitore?